“L’economia della conoscenza sta uccidendo la nostra provincia”
da inchieste de L’Espresso – di Gloria RIVA
commento di Lorenzo Sallustio (ArIA)
Una mia personale riflessione su questo articolo L’economia della conoscenza sta uccidendo la nostra provincia di cui consiglio la lettura.
Non più solo “questione meridionale”, ma una crisi strutturale legata a nuovi modelli di sviluppo che tendono a concentrare in pochi siti dimenticandone (sotto tanti punti di vista) altri.
“Hubner e Barca avevano previsto il massiccio spostamento delle persone verso le aree più ricche e, per invertire la rotta, avevano cercato di attivare un sistema di politiche di coesione sociale per contrastare il fenomeno. Ma in molte zone il sostegno si è limitato a finanziamenti a pioggia, alla creazione di infrastrutture inutili, a clientelismi a favore dei politici locali che per qualche anno sono serviti a sedare rabbia e malcontento.”
Quel che emerge, a mio avviso, lo si può sintetizzare con il “Circolo del declino”, dove lo spopolamento e le grosse migrazioni (anche interne, non necessariamente verso l’estero) comportano la perdita di saperi e capacità in zone e territori che invece proprio di questo avrebbero bisogno.
Siamo dunque a un paradosso… le aree che più potrebbero risentire in positivo dell’Economia della conoscenza ne sono invece vittima e soggette ad una costante e lenta marginalizzazione. Un tema non solo economico, ma anche (e forse in primis) sociale e culturale, che dovrebbe essere al centro del dibattito Politico “contemporaneo”.
In queste zone a mio avviso potrebbe essere utile iniziare a ragionare in termini di “CAPITALE UMANO (e CULTURALE) CRITICO” (in analogia col concetto usato in ambito ecologico), identificando dunque quella soglia oltre cui una comunità, da sola, non può inventare e creare sperando di poter uscire dalla situazione critica in cui si trova.